Struttura del progetto
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Introduzione al PRIN
Il PRIN, “Le professioni dello spazio pubblico oltre la crisi”, ha rappresentato un programma di ricerca articolato e sistematico che ha indagato dati, ruoli e prospettive delle professioni dello spazio pubblico, vale a dire quelle che agiscono nelle organizzazioni pubbliche, nel terzo settore e che nell'ambito privato si incaricano di mediare i rapporti con le utenze e con la dimensione pubblica.
Ruoli attinenti il sociale, le relazioni, la politica, l'educazione, la comunicazione, la cultura, che, nell’ipotesi del progetto, vanno a coincidere almeno in parte con la platea dei laureati delle Facoltà di Scienze sociali, Politiche e della Comunicazione, laureati destinati a impegnarsi in professioni decisive per costruire lo spazio pubblico di una società moderna europea.
Struttura della ricerca - Obiettivi, metodi e strumenti di ricerca
Il nucleo della ricerca proposta dall'unità consiste nella triangolazione di tre direttrici di indagine che corrispondono a due “Azioni” (2 e 3) precedute da un focus sulle politiche e sull'offerta formativa in tema di professioni dello spazio pubblico (Azione 1). Ogni linea d'indagine, di ampiezza e profondità variabili, è dotata di specifici obiettivi e impostazioni metodologiche. Tuttavia, le linee operative di ricerca si intersecano e le competenze impegnate sono necessariamente trasversali. Queste le tre linee di azione:
Azione 1 - Le politiche e l'offerta formativa per le professioni dello spazio pubblico
Nella più generale economia della ricerca dell'Unità di Roma, l'azione 1 rappresenta allo stesso tempo sia un focus specifico sulla dimensione dell'offerta formativa universitaria, mirante alla costituzione di specifiche professionalità nel campo del “pubblico”, sia un percorso preliminare di contestualizzazione dello scenario delineato dalle politiche adottate a livello nazionale e internazionale sull'Università e, quindi dei mutamenti intercorsi negli ultimi anni negli assetti e nell'offerta formativa delle facoltà di scienze sociali, politiche e della comunicazione.
A un primo livello di analisi, il programma di ricerca prenderà le mosse dal generale percorso di riformismo e innovazione didattica in atto a partire dai primi anni Novanta, prevedendo una specifica riflessione sul cambiamento del sistema di domanda e offerta di studi universitari nel settore delle professioni politico-sociali e della comunicazione.
A partire da uno scenario segnato da radicale cambiamento dei contesti formativi e professionali, il programma di ricerca prenderà dunque le mosse da una verifica dell'efficacia del modello formativo a due cicli nell'area politico-sociale e delle discipline della comunicazione, a oltre un decennio dall'introduzione del cosiddetto “3+2” nell'Università italiana. Il bilancio dell'esito dei processi di innovazione legati dalla riforma didattica prevederà il riferimento alle principali fonti statistiche e indagini di settore: dalle fonti istituzionali (Ocse, MiUR-Cnvsu, Istat), fino alla pluralità di indagini conoscitive disponibili oggi nel panorama nazionale (fra le quali, gli ormai tradizionali approfondimenti annuali del Consorzio AlmaLaurea sulla condizione occupazionale e sul profilo dei laureati). Simili risorse documentali appaiono di grande valore documentale per ricostruire il “ritratto in movimento” della formazione universitaria dai primi anni Novanta a oggi, anche nell'intento di valorizzare la comparazione fra le diverse tradizioni scientifico-disciplinari e con le esperienze europee e internazionali.
A partire da questo apparato documentale, l'indagine sulla formazione universitaria nell'area politico-sociale e delle discipline della comunicazione si articolerà essenzialmente nell'analisi, aggiornamento e interpretazione dei dati disponibili (analisi di tipo secondario) e punterà a delineare:
In questo senso, assume particolare interesse, anche come oggetto di specifica attività di monitoraggio e valutazione ex-post, il percorso di comunicazione e confronto con i potenziali stakeholder intrapreso a Roma e la comparazione con analoghe iniziative sul territorio nazionale: infatti, per adeguare la sua offerta formativa alle richieste o alle prospettive del mondo del lavoro, l'ex Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza ha organizzato in passato alcuni incontri di confronto con le parti sociali e il mondo del lavoro. Al di là delle prescrizioni di legge, l'obiettivo di tali iniziative era quello di aggiornare e rivedere i curricula della sua offerta formativa, interpretando rigorosamente e con convinzione le indicazioni contenute nei decreti di “Riforma degli ordinamenti didattici universitari”[1].
Un ulteriore segmento di ricerca, previsto in questa Azione, intende indagare in profondità il punto di vista di testimoni privilegiati (si stimano circa 40 interviste a livello nazionale), individuati tra i responsabili della progettazione dell'offerta formativa delle Facoltà interessate, al fine di analizzare estensivamente le contraddizioni e i punti di forza caratterizzanti il progetto formativo e di professionalizzazione portati avanti nell'area delle discipline politico-sociali e della comunicazione, anche alla luce degli esiti spesso ambivalenti del percorso riformistico. Tale analisi verrà condotta a livello nazionale mediante la realizzazione di interviste in profondità.
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Azione 2 - Rappresentazioni mediali delle professioni dello spazio pubblico
Nel ricostruire il quadro della reputazione pubblica e della maggiore o minore desiderabilità sociale del mondo delle “professioni dello spazio pubblico”, risulta centrale la “costruzione sociale” di tali professioni e in particolare il ruolo svolto dalle immagini mediali. Le rappresentazioni dei media, infatti, contribuiscono in maniera significativa alla definizione di una più generale rappresentazione sociale strettamente interconnessa con il contesto socio-economico nazionale. La dimensione mediale, infine, appare centrale anche rispetto al costruirsi dell'agenda e delle priorità dei decisori pubblici e, quindi, nella definizione delle policies da adottare, anche in materia di professioni dello spazio pubblico.
L'oggetto specifico di questa sezione dell'indagine sarà la rappresentazione mediale, segnatamente nella sua dimensione informativa. Si tratterà, quindi, di analizzare le immagini provenienti dai sistemi informativi, in riferimento all'immagine delle professioni dello spazio pubblico e alla loro eventuale evoluzione nel periodo analizzato; in particolare, verranno prese in considerazione due tipologie di contenuti mediali molto diversi tra loro, ma che consentiranno di articolare l'attenzione ciascuna su specifiche dimensioni dei processi studiati:
2.a articoli della stampa settimanale comparsi nell'arco degli ultimi 20 anni (1992-2012) in cui siano rintracciabili riferimenti alle professioni dello spazio pubblico; quest'analisi (di tipo standard e non standard) consentirà di individuare elementi relativi all'agenda e alla tematizzazione, nonché alla costruzione di specifici frames interpretativi su tali professioni;
2.b gli annunci economici del principale quotidiano economico italiano (Il Sole24ore), lungo lo stesso periodo (1992-2012): questa scelta mira non tanto a fornire elementi relativi alla rappresentazione mediale - trattandosi di contenuti solo “indirettamente mediali”, in quanto esplicitamente orientati a soddisfare una richiesta pragmatica, orientata all'offerta di lavoro - quanto a evidenziare i mutamenti nelle classificazioni condivise delle professioni e delle competenze richieste, nonché un particolare spaccato dei cambiamenti del mercato del lavoro [2]. La scelta del ventennio 1992-2012 si inserisce nell'ambito di una riflessione che condurrà l'attività di ricerca dell'Unità romana a focalizzarsi (in particolare per questa azione, ma anche per la precedente azione 1) su un periodo di radicali cambiamenti nell'offerta formativa universitaria e di mutamenti di climi culturali attinenti in primo luogo alla crisi della rappresentanza politica e della partecipazione pubblica (in buona parte coincidente con la cosiddetta “seconda Repubblica”); nonché a un plausibile ruolo di supplenza dei media che si inserisce nel contesto della crescente individualizzazione, indubbiamente significativa anche per lo “statuto” pubblico delle professioni politiche, sociali e della comunicazione.
Azione 2.a
Azione 2.b Poiché si incarica principalmente di indagare le rappresentazioni nel medium “settimanale” delle immagini delle professioni dello spazio pubblico (Azione 2.a), l'analisi si avvarrà di tecniche riconducibili all'insieme dell'Analisi del contenuto, in particolare la cosiddetta AdC come inchiesta, nella quale vi è coincidenza tra Unità di contesto e Unità di analisi e per la quale è necessario approntare una griglia di rilevazione (scheda di analisi del contenuto) composta da quesiti/variabili a diverso grado di strutturazione, in grado di isolare e analizzare le differenti caratteristiche dei testi mediali in esame e quindi le modalità di trattamento informativo del tema.
Poiché le informazioni raccolte saranno destinate a un trattamento prevalentemente di tipo statistico attraverso una matrice dati, tale sezione è definita “standard” o prevalentemente di tipo quantitativo. Accanto ad essa, si affiancherà un percorso maggiormente caratterizzato da un approccio “non standard” o qualitativo, nel quale un'apposita selezione di articoli ritenuti particolarmente rilevanti sarà sottoposta ad analisi riconducibili, da un lato, alle tecniche di Analisi qualitativa del discorso (al fine di indagare le dinamiche rappresentative e di costruzione argomentativa delle diverse opinioni sul tema, nonché di descrizione dei processi rappresentati), dall'altro all'Analisi dei frame, attraverso l'individuazione e l'interpretazione delle principali chiavi di lettura sottese alla rappresentazione mediale e sostenute da specifiche pratiche di selezione, gerarchizzazione, enfasi ed esclusione dei sottotemi e da specifiche scelte in termini lessicali, retorico-argomentative (metafore, exempla, etc.), di costruzione di nessi causali, spiegazioni, attribuzioni di responsabilità, soluzioni proposte.Per quel che riguarda l'Azione 2.b, l'analisi si avvarrà di procedure automatizzate di raccolta ed elaborazione finalizzate all'Analisi lessico-testuale dei contenuti. Chiudi
Accordi di collaborazione
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-ISTAT
Spes - Centro Servizi Volontariato Lazio CSV.net
Consorzio COESO Grosseto
Group for Research on Ethnic Relations, Migrations and Equality (GERME), Centro di Ricerca dell'Université Libre de Bruxelles
UFR des Science Humaines et Sociales de l’ Universitè de Rouen (Mont Saint Aignan France)
Laboratoire d’anthropologie social (École des Hautes Études en Sciences Sociales Paris)
Départment de Anthropologie, Université de Montréal
Universidad Complutense de Madrid
Bibliografia
Introduzione
Struttura della ricerca
Azione 1
Azione 2
Azione 3
Collaborazioni
Bibliografia
Parole chiave
Risultati ricerca
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Introduzione al PRIN
Il PRIN, “Le professioni dello spazio pubblico oltre la crisi”, ha rappresentato un programma di ricerca articolato e sistematico che ha indagato dati, ruoli e prospettive delle professioni dello spazio pubblico, vale a dire quelle che agiscono nelle organizzazioni pubbliche, nel terzo settore e che nell'ambito privato si incaricano di mediare i rapporti con le utenze e con la dimensione pubblica.
Ruoli attinenti il sociale, le relazioni, la politica, l'educazione, la comunicazione, la cultura, che, nell’ipotesi del progetto, vanno a coincidere almeno in parte con la platea dei laureati delle Facoltà di Scienze sociali, Politiche e della Comunicazione, laureati destinati a impegnarsi in professioni decisive per costruire lo spazio pubblico di una società moderna europea.
Struttura della ricerca - Obiettivi, metodi e strumenti di ricerca
Il nucleo della ricerca proposta dall'unità consiste nella triangolazione di tre direttrici di indagine che corrispondono a due “Azioni” (2 e 3) precedute da un focus sulle politiche e sull'offerta formativa in tema di professioni dello spazio pubblico (Azione 1). Ogni linea d'indagine, di ampiezza e profondità variabili, è dotata di specifici obiettivi e impostazioni metodologiche. Tuttavia, le linee operative di ricerca si intersecano e le competenze impegnate sono necessariamente trasversali. Queste le tre linee di azione:
- Azione 1. Le politiche e l'offerta formativa per le professioni dello spazio pubblico.
- Azione 2. La rappresentazione pubblica (soprattutto mediale) delle professioni oggetto dell'indagine (spazi, finalità, contenuti).
- Azione 3. La percezione sociale diffusa delle professioni pubbliche (utilità sociale, prestigio, classificazione sociale).
Azione 1 - Le politiche e l'offerta formativa per le professioni dello spazio pubblico
Nella più generale economia della ricerca dell'Unità di Roma, l'azione 1 rappresenta allo stesso tempo sia un focus specifico sulla dimensione dell'offerta formativa universitaria, mirante alla costituzione di specifiche professionalità nel campo del “pubblico”, sia un percorso preliminare di contestualizzazione dello scenario delineato dalle politiche adottate a livello nazionale e internazionale sull'Università e, quindi dei mutamenti intercorsi negli ultimi anni negli assetti e nell'offerta formativa delle facoltà di scienze sociali, politiche e della comunicazione.
A un primo livello di analisi, il programma di ricerca prenderà le mosse dal generale percorso di riformismo e innovazione didattica in atto a partire dai primi anni Novanta, prevedendo una specifica riflessione sul cambiamento del sistema di domanda e offerta di studi universitari nel settore delle professioni politico-sociali e della comunicazione.
A partire da uno scenario segnato da radicale cambiamento dei contesti formativi e professionali, il programma di ricerca prenderà dunque le mosse da una verifica dell'efficacia del modello formativo a due cicli nell'area politico-sociale e delle discipline della comunicazione, a oltre un decennio dall'introduzione del cosiddetto “3+2” nell'Università italiana. Il bilancio dell'esito dei processi di innovazione legati dalla riforma didattica prevederà il riferimento alle principali fonti statistiche e indagini di settore: dalle fonti istituzionali (Ocse, MiUR-Cnvsu, Istat), fino alla pluralità di indagini conoscitive disponibili oggi nel panorama nazionale (fra le quali, gli ormai tradizionali approfondimenti annuali del Consorzio AlmaLaurea sulla condizione occupazionale e sul profilo dei laureati). Simili risorse documentali appaiono di grande valore documentale per ricostruire il “ritratto in movimento” della formazione universitaria dai primi anni Novanta a oggi, anche nell'intento di valorizzare la comparazione fra le diverse tradizioni scientifico-disciplinari e con le esperienze europee e internazionali.
A partire da questo apparato documentale, l'indagine sulla formazione universitaria nell'area politico-sociale e delle discipline della comunicazione si articolerà essenzialmente nell'analisi, aggiornamento e interpretazione dei dati disponibili (analisi di tipo secondario) e punterà a delineare:
- L'evoluzione nazionale del sistema di offerta, nel confronto fra le diverse sedi e strutture accademiche e in riferimenti allo scenario internazionale.
- Il profilo quali/quantitativo dell'utenza afferente ai corsi di laurea di primo e secondo livello;
- Il destino occupazionale dei laureati nelle aree analizzate.
In questo senso, assume particolare interesse, anche come oggetto di specifica attività di monitoraggio e valutazione ex-post, il percorso di comunicazione e confronto con i potenziali stakeholder intrapreso a Roma e la comparazione con analoghe iniziative sul territorio nazionale: infatti, per adeguare la sua offerta formativa alle richieste o alle prospettive del mondo del lavoro, l'ex Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza ha organizzato in passato alcuni incontri di confronto con le parti sociali e il mondo del lavoro. Al di là delle prescrizioni di legge, l'obiettivo di tali iniziative era quello di aggiornare e rivedere i curricula della sua offerta formativa, interpretando rigorosamente e con convinzione le indicazioni contenute nei decreti di “Riforma degli ordinamenti didattici universitari”[1].
Un ulteriore segmento di ricerca, previsto in questa Azione, intende indagare in profondità il punto di vista di testimoni privilegiati (si stimano circa 40 interviste a livello nazionale), individuati tra i responsabili della progettazione dell'offerta formativa delle Facoltà interessate, al fine di analizzare estensivamente le contraddizioni e i punti di forza caratterizzanti il progetto formativo e di professionalizzazione portati avanti nell'area delle discipline politico-sociali e della comunicazione, anche alla luce degli esiti spesso ambivalenti del percorso riformistico. Tale analisi verrà condotta a livello nazionale mediante la realizzazione di interviste in profondità.
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Azione 2 - Rappresentazioni mediali delle professioni dello spazio pubblico
Nel ricostruire il quadro della reputazione pubblica e della maggiore o minore desiderabilità sociale del mondo delle “professioni dello spazio pubblico”, risulta centrale la “costruzione sociale” di tali professioni e in particolare il ruolo svolto dalle immagini mediali. Le rappresentazioni dei media, infatti, contribuiscono in maniera significativa alla definizione di una più generale rappresentazione sociale strettamente interconnessa con il contesto socio-economico nazionale. La dimensione mediale, infine, appare centrale anche rispetto al costruirsi dell'agenda e delle priorità dei decisori pubblici e, quindi, nella definizione delle policies da adottare, anche in materia di professioni dello spazio pubblico.
L'oggetto specifico di questa sezione dell'indagine sarà la rappresentazione mediale, segnatamente nella sua dimensione informativa. Si tratterà, quindi, di analizzare le immagini provenienti dai sistemi informativi, in riferimento all'immagine delle professioni dello spazio pubblico e alla loro eventuale evoluzione nel periodo analizzato; in particolare, verranno prese in considerazione due tipologie di contenuti mediali molto diversi tra loro, ma che consentiranno di articolare l'attenzione ciascuna su specifiche dimensioni dei processi studiati:
2.a articoli della stampa settimanale comparsi nell'arco degli ultimi 20 anni (1992-2012) in cui siano rintracciabili riferimenti alle professioni dello spazio pubblico; quest'analisi (di tipo standard e non standard) consentirà di individuare elementi relativi all'agenda e alla tematizzazione, nonché alla costruzione di specifici frames interpretativi su tali professioni;
2.b gli annunci economici del principale quotidiano economico italiano (Il Sole24ore), lungo lo stesso periodo (1992-2012): questa scelta mira non tanto a fornire elementi relativi alla rappresentazione mediale - trattandosi di contenuti solo “indirettamente mediali”, in quanto esplicitamente orientati a soddisfare una richiesta pragmatica, orientata all'offerta di lavoro - quanto a evidenziare i mutamenti nelle classificazioni condivise delle professioni e delle competenze richieste, nonché un particolare spaccato dei cambiamenti del mercato del lavoro [2]. La scelta del ventennio 1992-2012 si inserisce nell'ambito di una riflessione che condurrà l'attività di ricerca dell'Unità romana a focalizzarsi (in particolare per questa azione, ma anche per la precedente azione 1) su un periodo di radicali cambiamenti nell'offerta formativa universitaria e di mutamenti di climi culturali attinenti in primo luogo alla crisi della rappresentanza politica e della partecipazione pubblica (in buona parte coincidente con la cosiddetta “seconda Repubblica”); nonché a un plausibile ruolo di supplenza dei media che si inserisce nel contesto della crescente individualizzazione, indubbiamente significativa anche per lo “statuto” pubblico delle professioni politiche, sociali e della comunicazione.
Azione 2.a
Azione 2.b Poiché si incarica principalmente di indagare le rappresentazioni nel medium “settimanale” delle immagini delle professioni dello spazio pubblico (Azione 2.a), l'analisi si avvarrà di tecniche riconducibili all'insieme dell'Analisi del contenuto, in particolare la cosiddetta AdC come inchiesta, nella quale vi è coincidenza tra Unità di contesto e Unità di analisi e per la quale è necessario approntare una griglia di rilevazione (scheda di analisi del contenuto) composta da quesiti/variabili a diverso grado di strutturazione, in grado di isolare e analizzare le differenti caratteristiche dei testi mediali in esame e quindi le modalità di trattamento informativo del tema.
Poiché le informazioni raccolte saranno destinate a un trattamento prevalentemente di tipo statistico attraverso una matrice dati, tale sezione è definita “standard” o prevalentemente di tipo quantitativo. Accanto ad essa, si affiancherà un percorso maggiormente caratterizzato da un approccio “non standard” o qualitativo, nel quale un'apposita selezione di articoli ritenuti particolarmente rilevanti sarà sottoposta ad analisi riconducibili, da un lato, alle tecniche di Analisi qualitativa del discorso (al fine di indagare le dinamiche rappresentative e di costruzione argomentativa delle diverse opinioni sul tema, nonché di descrizione dei processi rappresentati), dall'altro all'Analisi dei frame, attraverso l'individuazione e l'interpretazione delle principali chiavi di lettura sottese alla rappresentazione mediale e sostenute da specifiche pratiche di selezione, gerarchizzazione, enfasi ed esclusione dei sottotemi e da specifiche scelte in termini lessicali, retorico-argomentative (metafore, exempla, etc.), di costruzione di nessi causali, spiegazioni, attribuzioni di responsabilità, soluzioni proposte.Per quel che riguarda l'Azione 2.b, l'analisi si avvarrà di procedure automatizzate di raccolta ed elaborazione finalizzate all'Analisi lessico-testuale dei contenuti. Chiudi
Azione 3 - La percezione sociale diffusa delle professioni pubbliche
Il disegno della sezione di ricerca qui proposta parte dall'assunto che una ricostruzione attendibile delle percezioni e degli atteggiamenti più diffusi con riferimento sia alle professioni dello spazio pubblico sia alle agenzie di formazione che preparano allo svolgimento di queste professioni (in testa l'Università) sia possibile a partire dalle posizioni assunte proprio dai potenziali detentori della domanda di formazione in tale settore.
Il riferimento è agli studenti che frequentano l'ultima classe delle scuole medie superiori, i quali si trovano nella delicata posizione di scegliere o meno di proseguire il loro percorso formativo all'Università, e, in caso affermativo, di esprimere un'opzione per uno specifico settore di studio. Tale scelta dell'Università matura e si precisa mediante considerazioni circa il possibile allineamento tra il proprio profilo formativo e i propri interessi cognitivi, da una parte, e i contenuti di sezioni definite dell'offerta universitaria (specifiche Facoltà universitarie e specifici Corsi di laurea), dall'altra. Ma questo tipo di considerazioni non è unico e forse neanche prevalente.
È risaputo, infatti, che la scelta della Facoltà universitaria e del Corso di studio cui iscriversi matura anche, e in molti casi soprattutto, sulla “desiderabilità” sociale della/e professioni cui il percorso di studi intrapreso sarebbe in grado di condurre. Ovviamente si tratta di una scelta mediata dall'intervento di potentissime agenzie di counseling, identificabili nella famiglia, nella scuola stessa e nel gruppo dei pari, stakeholder portatori di interessi diversificati, perlopiù materiali ma anche, e non meno presenti e incisivi, simbolici. Il lavoro di queste agenzie è sostenuto da fonti e strutture di comunicazione complesse e articolate che meritano un'analisi a sé, del resto prevista dal Progetto di ricerca che qui viene presentato.
Si capisce, così, come la scuola possa rappresentare un laboratorio di estremo interesse, perché analizzando le posizioni degli studenti è possibile ricostruire, sia pure indirettamente, il ruolo svolto da famiglia, docenti e gruppo dei pari nell'orientare percezioni, opinioni, valutazioni e, in ultima istanza, scelte e azioni concrete da parte dei ragazzi con riferimento a determinate professioni dello spazio pubblico nonché all'offerta universitaria diretta alla relativa formazione. Ma la scuola rappresenta altresì un obiettivo diretto, nel senso che è possibile indagare in merito alle percezioni, opinioni e valutazioni di una fascia particolare di insegnanti, ovvero i responsabili dell'orientamento di fatto svolgenti funzioni di gatekeepers.
Al fine di tracciare una prima mappa degli atteggiamenti degli studenti italiani verso i corsi di laurea che formano alle professioni dello spazio pubblico e verso queste professioni stesse, si procederà prendendo tutte le scuole di II grado di tutte le città capoluogo di regione. Dall'anagrafe delle scuole statali italiane, in cui è possibile reperire le informazioni relative a tutte le scuole di II grado (non degli istituti superiori) dei capoluoghi di regione, possono essere selezionate 684 scuole, che si configurerebbero così come l'universo completo [3]. La rilevazione delle informazioni, mediante questionario strutturato e autosomministrato, avverrà nelle quinte. Per ciascuna scuola verranno selezionate due quinte, per un totale di 1368 classi complessivamente coinvolte (per una media di circa 20 studenti per classe, quindi circa 27400 questionari). Verranno inoltre raccolte informazioni, anche in questo caso, mediante questionario strutturato costruito ad hoc, relativamente a ciascun responsabile dell'orientamento di ciascuna scuola (quindi 684 questionari).
Il questionario destinato alla rilevazione studentesca si comporrà delle seguenti aree problematiche:
Ai docenti responsabili dell'Orientamento sarà somministrato un questionario strutturato che si articolerà in base alle seguenti aree tematiche:
Il disegno della sezione di ricerca qui proposta parte dall'assunto che una ricostruzione attendibile delle percezioni e degli atteggiamenti più diffusi con riferimento sia alle professioni dello spazio pubblico sia alle agenzie di formazione che preparano allo svolgimento di queste professioni (in testa l'Università) sia possibile a partire dalle posizioni assunte proprio dai potenziali detentori della domanda di formazione in tale settore.
Il riferimento è agli studenti che frequentano l'ultima classe delle scuole medie superiori, i quali si trovano nella delicata posizione di scegliere o meno di proseguire il loro percorso formativo all'Università, e, in caso affermativo, di esprimere un'opzione per uno specifico settore di studio. Tale scelta dell'Università matura e si precisa mediante considerazioni circa il possibile allineamento tra il proprio profilo formativo e i propri interessi cognitivi, da una parte, e i contenuti di sezioni definite dell'offerta universitaria (specifiche Facoltà universitarie e specifici Corsi di laurea), dall'altra. Ma questo tipo di considerazioni non è unico e forse neanche prevalente.
È risaputo, infatti, che la scelta della Facoltà universitaria e del Corso di studio cui iscriversi matura anche, e in molti casi soprattutto, sulla “desiderabilità” sociale della/e professioni cui il percorso di studi intrapreso sarebbe in grado di condurre. Ovviamente si tratta di una scelta mediata dall'intervento di potentissime agenzie di counseling, identificabili nella famiglia, nella scuola stessa e nel gruppo dei pari, stakeholder portatori di interessi diversificati, perlopiù materiali ma anche, e non meno presenti e incisivi, simbolici. Il lavoro di queste agenzie è sostenuto da fonti e strutture di comunicazione complesse e articolate che meritano un'analisi a sé, del resto prevista dal Progetto di ricerca che qui viene presentato.
Si capisce, così, come la scuola possa rappresentare un laboratorio di estremo interesse, perché analizzando le posizioni degli studenti è possibile ricostruire, sia pure indirettamente, il ruolo svolto da famiglia, docenti e gruppo dei pari nell'orientare percezioni, opinioni, valutazioni e, in ultima istanza, scelte e azioni concrete da parte dei ragazzi con riferimento a determinate professioni dello spazio pubblico nonché all'offerta universitaria diretta alla relativa formazione. Ma la scuola rappresenta altresì un obiettivo diretto, nel senso che è possibile indagare in merito alle percezioni, opinioni e valutazioni di una fascia particolare di insegnanti, ovvero i responsabili dell'orientamento di fatto svolgenti funzioni di gatekeepers.
Al fine di tracciare una prima mappa degli atteggiamenti degli studenti italiani verso i corsi di laurea che formano alle professioni dello spazio pubblico e verso queste professioni stesse, si procederà prendendo tutte le scuole di II grado di tutte le città capoluogo di regione. Dall'anagrafe delle scuole statali italiane, in cui è possibile reperire le informazioni relative a tutte le scuole di II grado (non degli istituti superiori) dei capoluoghi di regione, possono essere selezionate 684 scuole, che si configurerebbero così come l'universo completo [3]. La rilevazione delle informazioni, mediante questionario strutturato e autosomministrato, avverrà nelle quinte. Per ciascuna scuola verranno selezionate due quinte, per un totale di 1368 classi complessivamente coinvolte (per una media di circa 20 studenti per classe, quindi circa 27400 questionari). Verranno inoltre raccolte informazioni, anche in questo caso, mediante questionario strutturato costruito ad hoc, relativamente a ciascun responsabile dell'orientamento di ciascuna scuola (quindi 684 questionari).
Il questionario destinato alla rilevazione studentesca si comporrà delle seguenti aree problematiche:
- Conoscenza e valutazione dei corsi di laurea riconducibili alle scienze politiche, sociologiche e comunicative, nonché delle professioni che essi concorrono a formare.
- Conoscenza e valutazione degli sbocchi professionali elettivi di tali corsi di laurea.
- Valutazione della capacità degli strumenti formativi proposti da tali corsi di laurea rispetto alle esigenze del sistema-paese.
- Valutazione della capacità degli strumenti formativi proposti da tali corsi di laurea rispetto alle esigenze del sistema-paese.
- rappresentazione, attribuita ai genitori, relativa alla qualità dei corsi di laurea.
- Rappresentazione, attribuita ai genitori, relativa alle specifiche figure professionali per le quali tali corsi di laurea costituirebbero strumento di formazione.
- Rappresentazione, attribuita ai genitori, relativa alla reale spendibilità nel mercato del lavoro del titolo di laurea conseguito presso tali corsi di laurea.
- Rappresentazione, attribuita ai genitori, del prestigio delle professioni dello spazio pubblico.
- Rappresentazioni, attribuite al gruppo di amici e alla società intesa come Altro generalizzato, di tali corsi di laurea e delle professioni dello spazio pubblico.
Ai docenti responsabili dell'Orientamento sarà somministrato un questionario strutturato che si articolerà in base alle seguenti aree tematiche:
- profilo di base (variabili socio-anagrafiche, ricostruzione del profilo formativo, ricostruzione dell'attività di orientamento).
- Conoscenza e valutazione dei corsi di laurea e delle professioni dello spazio pubblico.
- Valutazione circa l'allineamento tra i profili formativi e attitudinali degli studenti e scelte di studio e sbocchi professionali.
- Opinioni sui fabbisogni umani, intellettuali e professionali del sistema-Paese.
- Valutazione del prestigio sociale percepito di professioni riconducibili allo spazio pubblico.
Accordi di collaborazione
Clicca su una voce per accedere ai rispettivi siti delle istituzioni:
-ISTAT
Spes - Centro Servizi Volontariato Lazio CSV.net
Consorzio COESO Grosseto
Group for Research on Ethnic Relations, Migrations and Equality (GERME), Centro di Ricerca dell'Université Libre de Bruxelles
UFR des Science Humaines et Sociales de l’ Universitè de Rouen (Mont Saint Aignan France)
Laboratoire d’anthropologie social (École des Hautes Études en Sciences Sociales Paris)
Départment de Anthropologie, Université de Montréal
Universidad Complutense de Madrid
Bibliografia
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- Almalaurea, Condizione occupazionale dei laureati, XIII indagine, 2011a (e precedenti edizioni delle indagini Almalaurea).
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- Istat, Annuario statistico dell'istruzione vol. XXVI (ed.1983), tomo I, 1984.
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- Istat, Università e lavoro: statistiche per orientarsi, 2003 (disp. online).
- Istat, Università e lavoro: statistiche per orientarsi, 2004 (disp. online).
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- M. Morcellini, N. Vittorio, a cura di, Il cantiere aperto della didattica. Una strategia di innovazione oltre le riforme, Pensa Multimedia, Lecce, 2007.
- M. Morcellini, “La vertenza Comunicazione. Troppi laureati o troppo familismo/clientelismo?”, in Comunicazionepuntodoc, n. 3, dicembre 2010.
- S.G. Niles, P.J. Hartung, “Emerging Career Theories” in D.A. Luzzo (ed.), Career Counseling of College Students, American Psychological Association, Washington DC, 2000.
- M. Ugolini, 2000, “University Drop out: A Problem and an Opportunity”, Sinergie Rapporti di Ricerca.9, pp. 417-36.
Introduzione
Struttura della ricerca
Azione 1
Azione 2
Azione 3
Collaborazioni
Bibliografia
Parole chiave
Risultati ricerca
Introduzione al PRIN
Il PRIN, “Le professioni dello spazio pubblico oltre la crisi”, ha rappresentato un programma di ricerca articolato e sistematico che ha indagato dati, ruoli e prospettive delle professioni dello spazio pubblico, vale a dire quelle che agiscono nelle organizzazioni pubbliche, nel terzo settore e che nell'ambito privato si incaricano di mediare i rapporti con le utenze e con la dimensione pubblica.
Ruoli attinenti il sociale, le relazioni, la politica, l'educazione, la comunicazione, la cultura, che, nell’ipotesi del progetto, vanno a coincidere almeno in parte con la platea dei laureati delle Facoltà di Scienze sociali, Politiche e della Comunicazione, laureati destinati a impegnarsi in professioni decisive per costruire lo spazio pubblico di una società moderna europea.
Il PRIN, “Le professioni dello spazio pubblico oltre la crisi”, ha rappresentato un programma di ricerca articolato e sistematico che ha indagato dati, ruoli e prospettive delle professioni dello spazio pubblico, vale a dire quelle che agiscono nelle organizzazioni pubbliche, nel terzo settore e che nell'ambito privato si incaricano di mediare i rapporti con le utenze e con la dimensione pubblica.
Ruoli attinenti il sociale, le relazioni, la politica, l'educazione, la comunicazione, la cultura, che, nell’ipotesi del progetto, vanno a coincidere almeno in parte con la platea dei laureati delle Facoltà di Scienze sociali, Politiche e della Comunicazione, laureati destinati a impegnarsi in professioni decisive per costruire lo spazio pubblico di una società moderna europea.